2016, luglio. Stage Internazionale di Aikido - M.° Hiroshi Tada

19 luglio 2016

Una volta, quando c’erano le giostre, il gestore invitava i bambini a salire nell’imminenza dell’avvio del circuito con lo strillo “forza..altro giro, altra corsa!!...”. Parafrasando sempre qualcosa o qualcuno, come mio solito, iniziamo la cronistoria di questo fondamentale appuntamento per l’Aikikai d’Italia, ormai da 50 anni.

 

Lo stage estivo di La Spezia, e prima ancora quelli che si svolgevano a Desenzano del Garda, a Coverciano, e tanti altri ancora, rappresentano una essenziale tappa didattica (e non solo) con il nostro Direttore Didattico, il m.° Hiroshi Tada, e con lui tutti noi insieme. E’ un vera e propria verifica collettiva, un momento dove mettere un”punto” sul precedente anno accademico ed una dichiarazione d’intenti per l’anno successivo. Il maestro riassume quello che avremmo dovuto apprendere e ci mostra quello che dovrebbe essere il nostro percorso per il futuro, entrambi sono momenti validi per capire dove stiamo andando e confrontarci insieme e con noi stessi. E peste mi colga se mi trovassi mai al passo…
Comunque, si inizia!! Anche se il termine è assolutamente improprio, perché già dalla scorsa settimana il Maestro è a La Spezia a condurre lo stage di Kinorenma, ma io non c’ero, mi aveva colto la peste, e quindi…
Il M.° Tada, dopo i saluti del presidente Marino Genovesi, è entrato sul tatami con il suo solito incedere spedito e determinato, che solo a vederlo ti tremano le ossa…ti aspetti sempre, a guardarlo, che tra un po’ gli spunti dal nulla un’armatura da samurai e falcidi una schiera di nemici davanti a lui…
La mattinata, come si dice a Montreal, è “volata che è n’attimo” nel senso che il Maestro ha illustrato tutta la serie dei shomen-uchi ikkyo, nikkyo, sankyo, yonkyo e gokyo, ed è stato incredibile vederci cascare addosso un’infinità di dettagli, nozioni, particolari tecnici che sono "dietro" queste tecniche, che in modo molto sbrigativo viene definita "la base". L’esatto tempo d’entrata, in che modo posizionare il piede, la gamba, la testa sotto le braccia - che poi sarebbe sotto la spada, dove spostare il peso dell’intero corpo...voi capite bene quale tesoro ci abbia trasmesso il Maestro Tada illustrandoci in modo così dettagliato questa “semplice” serie di tecniche, specificando sempre che una corretta, anzi perfetta esecuzione, dei principi di base contribuisce a formare un artista marziale di primo livello. Come (e perché…) contraddirlo? Nonostante la sua didattica lapalissiana, sul tatami si è visto un pò di tutto di diverso, ma questa è un'altra storia...
Il pomeriggio, dedicato alle armi, si è incentrato nelle sue lunghissime ma splendide spiegazioni sulla spada giapponese, la sua storia, il suo diverso uso a seconda le situazioni in battaglia, la sua struttura, il suo utilizzo attraverso i secoli, senza tralasciare annotazioni personali sulla storia della sua famiglia che si intreccia con la stessa storia del Giappone… Per non parlare dei suoi classici insegnamenti relativi alla condizione ottimale di vita dell’essere umano, del Samadi, di antiche tecniche di meditazione… E’ stato un vero tsunami di nozioni, notizie, dettagli che in alcuni momenti, come del resto spesso accade in questi casi, qualche partecipante è entrato in modalità “stand-by”, tipo PC, con la lucina rossa in fondo allo sguardo e il “salva cervello” che girava in auto. Terminata la parte teorica, il Maestro Tada ha iniziato a illustrare una serie di tagli "di base", con il bokken, per ognuno nelle tre modalità jodan-chudan-gedan. Per ogni taglio, nel caso aveste paura di rimanere senza informazioni, il Maestro ha spiegato la sua corretta esecuzione e la sua funzione “pratica” nonché alcune varianti d’esecuzione…
Diciamo che non ci ha fatto mancare nulla e ha piacevolmente aumentato la confusione generale (ovviamente, la mia soprattutto). La lezione è proseguita con l’esecuzione dell’Overtone, sempre diretto dal M.° Tada. Direi che per questo giro, anche basta…ne siamo più che sazi!

20 luglio 2016

E’ appena il secondo giorno di stage con il M.° Tada, ma già l’energia è arrivata ai più alti livelli. Superato il trauma dei diversi fusi orari dalle varie città d’Italia (!) e del mondo, dentro il palazzetto dello sport di La Spezia l’aria è carica di buone intenzioni!
La mattinata è stata dedicata sempre a diverse forme di attacco shomen-uchi, in awase. Il Maestro ha sottolineato fortemente l’aspetto della simultaneità della risposta di tori all’attacco di uke, l’essere già “entrati” con irimi profondi e decisi evita di essere tagliati sia dell’eventuale spada dell’avversario ma anche dalla “spada virtuale” del suo movimento, della sua intenzione. Moltissime, come sempre, le particolarità e i dettagli forniti dal M.° Tada, alcune ricorrenti altre meno. La similitudine tra il nostro corpo e uno strumento musicale è una delle più ripetute dal Maestro, insistendo sul concetto del suo trattamento con estrema delicatezza e sensibilità, così come anche il corpo di uke deve essere considerato alla stessa stregua, ovvero trattato come un prezioso strumento musicale. Evitare ogni inutile trauma e situazioni di pericolo è una delle raccomandazioni più frequenti del Maestro, che si contrappone “perfettamente” ai suoi racconti dei primi anni di allenamento al dojo di OSensei, dove venivano applicate ancora delle tecniche molto marziali e non erano rari gli incidenti e gli infortuni. Erano ragazzi!! Sviluppare il più possibile, ed affinarlo con una pratica intensa, il senso del tatto, della percezione sia delle mani che dei piedi ma anche di quelle specifiche parti del corpo che ci occorrono per l’esecuzione di una tecnica, come ad esempio il bicipite in una forma di proiezione in iriminage. Sono ripetute le indicazioni del M.° Tada per cercare una sensibilità/percezione altissima dei nostri sensi, sia centrali che periferici, come anche una sempre maggiore cura del nostro movimento, e di riflesso del benessere del nostro corpo. La frase della giornata potrebbe essere questa “…non fate un allenamento sciatto…” e la dice lunga…
Il pomeriggio è stato incentrato sulla ripetizione dei “tagli” con il bokken mostrati ieri, per poi passare alla loro applicazione “pratica” con una ripetizione continua a coppie di 16 sequenze attacco/parata. Il M.° Tada ha più volte ribadito, se non alla nausea, di prestare un’attenzione maggiore nel praticare con le armi e soprattutto con la spada. La precisione deve essere millimetrica, i movimenti ancor di più puliti e chiari che non nelle tecniche a mani nude, sia nel taglio che nel movimento di tutto il corpo e delle parti interessate.

21 luglio 2016

Ok, siamo a metà settimana e si intravede la boa del giro di ritorno. Ma ritorno da dove? Da lunedì, dal primo giorno dal quale abbiamo iniziato, come ogni volta, questo stage di studio profondo e sudato. Stasera potrebbe essere una punto intermedio nel quale tirare delle piccole somme su cosa abbiamo visto, sentito, assimilato in questi tre giorni. Stamattina il M. Tada ha esordito “a freddo” con tecniche di yokomenuchi (iriminage, ikkyo, sankyo, kotegaeshi, insomma tutto il menù tipico) con due diversi modi di “difesa”. Il termine è improprio, secondo quanto ci ha illustrato il M.° Tada, ma è proprio su questo termine che il maestro ha invitato a lavorare. L’attacco, in questo caso di yokomen, non deve condizionare il nostro stato mentale di trasparenza e lucidità, quindi generare attaccamento e quindi, sostanzialmente, paura. Le nostre “reazioni” devono invece essere attive, determinate a porre la giusta distanza tra noi e l’uke, e non dobbiamo essere catturati dalla paura di quella minacciosa mano che sta per calare come una mannaia sul nostro collo… Non si tratta, appunto, di semplice “difesa”, ma di determinare la nostra libertà, di impedire la violazione del nostro spazio vitale, di fermare un’azione in contrasto con il nostro stato di anjo-daza. Il M.° Tada, ormai è universalmente noto, quando parla di pratica dell’Aikido, di tecniche, di respirazione, di atemi portati secondo precise finestre spazio-temporali, fa magnificamente riferimento all’applicazione di tali concetti alla vita nella sua interezza, ovvero di come dovrebbe essere interpretata secondo l’intelligenza e l’energia dell’Universo, sino ad arrivare alla vita quotidiana, comprendendo anche l’aspetto professionale dall’artigiano al professionista specializzato. Forse qualche praticante potrà mirare all’esecuzione di queste tecniche solo come aspetto marziale, è nella sua facoltà, ma il maestro Tada ci invita ormai da 50 anni ad andare oltre la “fisicità” dell’Aikido, per assumere un atteggiamento di trascendenza, in un atteggiamento di esecuzione con un pensiero assoluto e non relativo, non limitato alla sola pratica fisica. Facciamo tesoro di queste nozioni, non sia mai un giorno ci dovessero servire! E vista l’età e la forma con le quali quest’uomo è arrivato sino a noi, mi sa che c’ha ragione…
Il pomeriggio ha previsto un menù già “servito” il giorno prima, con esecuzione dei tagli di base e la loro applicazione in una forma. A coppie, i partecipanti hanno eseguito tali esercizi sempre sotto lo sguardo attentissimo del maestro. Devo ammettere che mi colpisce tantissimo la capacità (tra le tante…) che ha il M.° Tada di seguire con lo sguardo l’intera platea di praticanti, e mi diverto ad immaginare le conclusioni che può tirare osservandoci nella nostra pratica. Che vergogna!! Come ogni volta, il maestro oltre alla’spetto didattico, ci sommerge di nozioni relative all’uso pratico della spada giapponese, a come nel corso dei secoli sia cambiata la sua funzione ma soprattutto trovo interessanti gli infiniti modi di utilizzarla in un ipotetico combattimento. Nozioni certamente mutuate dal maestro dalla conoscenza di varie scuole di spada e dalla sua infinita cultura, perchè credo che non abbia fatto in tempo a partecipare a nessuna battaglia o duello, vista il periodo nel quale è nato (ma non si può mai dire, per il duello…). Nota di colore: sottolineando quanto sia importante la meditazione, a qualsiasi età e livello, il M.° Tada ci ha raccontato che mediamente in una scuola elementare giapponese su circa 200 bambini, solamente una minima parte pratica meditazione. Alla sua epoca, nella sua scuola, proprio su 200 bambini, lui era l’unico che praticava meditazione… E guarda com’è venuto su! Meditiamo gente, meditiamo…

22 luglio 2016

Il giro di boa l’abbiamo fatto, siamo sulla strada del ritorno al VIA. Ora viene la parte più dura, se almeno vogliamo darci un tono. Sono passati 4 giorni dall’inizio dello stage e, nonostante il clima sia stato più che clemente, l’energia dell’Aikido e del M.° Tada siano grandissimi, le nostre limitate risorse mortali iniziano a singhiozzare. Anche quelle tecniche. Il nostro Direttore Didattico, seguendo un suo classico diabolico schema, sta alzando il tiro impegnandoci su tutti i fronti. Da quelle volgarmente definite tecniche di “base” stiamo arrivando a quella più “difficili”, come ryotedori (iriminage, kokyunage, tenchinage, ecc…) ma anche katatetori in diverse salse. Per capire quanto questa affermazione sia perigliosa (non l’aspettavate sto termine eehh??!!) basta die che su katatetori iriminage il maestro ci ha piacevolmente intrattenuti buoni minuti, tanto buoni, solamente su come impugnare la mano di uke, girare e inclinare la testa di uke, spostare il nostro peso, come non perdere l’equilibrio, dove posare il nostro sguardo per non essere catturati dall’energia e dalla “presenza” di uke, dove proiettare sto poveraccio, lo stato mentale di assoluta trasparenza e “non attaccamento” alle forze negative dell’Universo… Noi pensavamo di fare bene katatetori iriminage??!! Birbanti presuntosi… Solo con questo potrei finirla qui, invece no! Aggiungo che il M.° Tada, per agevolare le nostre povere menti ad allinearci con la vibrazione dell’Universo (sempre lui…) ci ha mostrato un marchingegno composto da una scatola di legno, un cicalino elettrico e un piccolo altoparlante. Azionandolo, emette una vibrazione stabile e continua, alla quale ci dovremmo allineare energeticamente e spiritualmente, facendoci prendere per mano e condurci in uno stato di hanjodaza (queste in parole povere, quasi straccione…). L’evoluzione digitale della campana tibetana! Chissà, il genio assoluto del Grande Vecchio è andato oltre, allineandosi all’era degli smartphone e dei pokemons solo per noi! Quest’uomo è troppo oltre…
Il pomeriggio, udite udite, si è ripresentato lo spettro della forma di JO dell’Aikikai d’Italia, numero 1, base-A-B…Il terrore negli occhi per qualcuno ma altre cose per altri, ma sorvoliamo… Il M.° Tada ha ribadito che dentro la forma base ci sono la maggior parte dei movimenti fondamentali di OSensei, quindi facendolo con cura, estrema cura, potremmo capire (?) moltissime cose della pratica. Dove un cappello sull’uso corretto del JO, tipo il modo di impugnarlo e quanto possa essere letale in un combattimento effettivo, il Maestro ci ha condotto, come sempre quasi per mano come un padre, nel dedalo della forma nr. 1, inondandoci di particolari, “piccoli” dettagli tecnici, spiegazioni sul movimento mani-piedi, passando poi alla parte pratica. Vedere tutti noi, circa 300 praticanti, rivolti verso di lui e scambiarci le forme e praticare come due persone sole (e lui lo era veramente!) non ha prezzo. E nessuna carta di credito ha fondi sufficienti!

23 luglio 2016

Come ci siamo detti, il crescendo rossiniano messo in atto dal M.° Tada sta raggiungendo l’apice! Stamattina il clima sembrava volerci regalare uno scroscione rinfrescante, ma dietro le nuvole è spuntato lentamente un sole torrido e impietoso…quindi, di pari passo, c’è stato anche un crescendo climatico che ha impegnato noi praticanti su due fronti.
Su quello interno al palazzetto, c’è da annotare la panoplia (ma come mi vengono ste parole?!) di tecniche in ushirowaza proposta dal M.° Tada (kotegaeshi, kokyunage, iriminage, shihonage, ecc…), sia da presa katatetori che katatori, con altre varianti. Diciamo che l’aria si è scaldata, e i praticanti più “navigati” hanno dato prova, alcuni, di bravura e, altri, di fenomenologia (ma la filosofia non c’entra nulla), ma questo è solamente un commento semi-serio, colpa delle mie dita che vanno da sole, birichine!
Comunque, il vero fenomeno è stato ovviamente il maestro, che ha mostrato le migliaia di dettagli tecnici per farci conoscere il modo migliore per eseguire le tecniche. La “reazione” ushirowaza ha una lunga e complicata motivazione, sia dal punto di vista “tattico” che marziale, sia dal profilo strettamente aikidoistico, la quale ovviamente è anche connessa alla prima. Il M.° Tada ha ovviamente spiegato entrambi, illustrandoci anche come OSensei avesse iniziato a studiare e strutturare tale tecnica. Diciamo che, molto prosaicamente, è un ottimo sistema per trovare sempre una via di fuga da attacchi provenienti da vari punti (soprattutto alle spalle), basta scegliere la direzione più opportuna. Ovviamente tale concetto, applicato alla vita quotidiana, è una vera mano santa!!
Il pomeriggio ci siamo imbottiti di JO. Il M.° Tada, con la sua solita carica energetica, non ci ha risparmiato nulla, dai canonici tagli shomen e yokomen jodan-chudan-gedan, già applicati nei giorni scorsi con il bokken, sino ad arrivare alla forma nr. 1 Aikikai d’Italia, base-A-B. Il Maestro ci tiene molto a questa completa intitolazione della forma, la presenta sempre quando inizia a mostrarla. E’ orgoglioso della sua creatura, giustamente!
Il Maestro durante la lezione ci ha letteralmente guidato per mano, interpretando alternativamente la forma A e B "contro" tutti noi, con una lentezza “didattica” eccezionale, a favore dei principianti di ogni grado, rispetto alla conoscenza della forma. Il continuo richiamo ad una esecuzione lenta, trasparente, lucida ma nello stesso tempo determinata è il leit-motiv del nostro Direttore Didattico, dove invece un’eccessiva velocità d’esecuzione può celare errori e una sciatteria generale della tecnica. Chi va piano, va lontano e diventa bravo!!

24 luglio 2016

Come tutte le cose belle, anche questo stage è finito in fretta e, mutuando come mio solito, da qualcosa (stavolta un magnifico film con Alberto Sordi), potremmo dire “Tutti a casa”!!
Sabato, con l’unica lezione della mattina, il M.° Tada ha concluso lo stage con un autentico rullo di tamburi, grancassa e piatti sia dal punto di vista tecnico che energetico. Giusto per lasciarci ancora una volta stupiti e meditabondi sullo stato dell’arte della nostra pratica e svegliarci dal torpore mattutino, inizia subito con tecniche di tantò, sia attacco da tsuki, yokomen, ecc… deliziandoci su come vada impugnato il tantò e come debba essere portato il colpo, come si evita, dove e cosa “tagliare” nell’uke. Il M.° Tada è stato molto chiaro su tali modi di attacco e difesa, ovviamente spiegandone i motivi anche con esempi pratici e secondo una certa “tradizione” giapponese, ma si è visto come atteggiamenti non correttamente interpretati o viziati portino alcuni praticanti, di ogni grado, a impugnare il tantò e/o portare tali attacchi in modo difforme, almeno dalla didattica del maestro e secondo le argomentazioni dei maestri. Siamo tutti consci che le modalità di attacco/difesa con una lama corta aprono scenari immensi, nei quali ciascuno può dire “qualcosa”, ma rimandiamo queste sceneggiature ad altri luoghi e atteniamoci alla didattica mostrata… Un’altra spolverata di tecniche e le due ore sono volate via in un soffio, lasciandoci così, in sospeso… La stanchezza di una settimana intensa ma vivissima ha cominciato a fare capolino e il sapore delle partenze di ciascuno di noi ha preso il sopravvento. In sottofondo, ancora il rumore di qualcuno che pratica sul tatami: gli esami!
Due aikidoka sottoponevano le loro conoscenze alla commissione esaminatrice, presieduta dal M.° Raineri, un candidato shodan e un candidato al 4° dan. La scalinata del palazzetto si è riempita di spettatori, i quali con partecipata attenzione e interesse hanno seguito l’esame, terminato con il loro avanzamento sulla strada della Pratica. Subito dopo, tra il festoso clamore e altri commenti, sono apparse le nomine ai gradi 5° e 6° dan.
E’ terminato l’anno accademico dell’Aikikai d’Italia, ma solo formalmente e sul piano cronologico, perché non è terminato il nostro rispettivo “anno” di apprendimento dell’Aikido, che invece credo che duri tutta una vita. La pausa estiva servirà per ritemprare il corpo e la mente dalle varie fatiche, ma forse non dovremmo smettere la nostra pratica, portandola avanti per come potremo con l’allenamento individuale o qualche lezione/stage estivi quando possibile. Perché, come dice il nostro Direttore Didattico, “…se lasci l’Aikido per una settimana, lui ti lascia per un mese…”.

Photo: Aikikai d'Italia/Paolo Bottoni


 3454,    09  Set  2017 ,   Cronache
Andrea Dentale

E' iscritto all’Aikikai d’Italia dal 2001, è terzo dan e praticante del Dojo Musubi di Roma. Dal 2017 è consigliere dell'Aikikai d'Italia, ricoprendo  l'incarico di tesoriere. Redige articoli e esegue riprese fotografiche sull'attività associativa da divulgare tramite la rivista AIKIDO, il sito web e i social dell'Aikikai.